mercoledì 29 aprile 2020

Step #11 - Pandemia e paradosso economico



L’epidemia di Covid 19 farà collassare l’economia mondiale. Gli esperti non hanno dubbi a riguardo, se non di quanto effettivamente sarà la perdita e di quando gli stati riusciranno a risollevarsi. Soffermandoci per ora solamente sui dati, ho letto recentemente (14 Aprile) un articolo del Sole 24 Ore  che riporta le previsioni del Fondo  monetario internazionale per il prossimo anno. I dati sono spaventosi, si pensa che alla fine dell’anno, nella migliore delle ipotesi il P.i.l. mondiale avrà un calo del 3%. Certo, questo nella “migliore delle ipotesi” poiché molte sono anche le ipotesi di perdite ancora più significative che però, data la peculiarità della crisi e quindi le sue ovvie incertezze, sono ancora difficili da confermare.

Nei prossimi mesi le persone (che sono rimaste a casa senza lavorare per motivi di sicurezza nazionale) molto probabilmente inizieranno a considerare il concetto che stiamo esplorando nel blog. Esse infatti cominceranno nel loro piccolo a economizzare, fare economia, il più possibile, dato che non hanno lavorato e dati i tempi incerti. Il problema è che questa seppur comprensibile scelta sarà deleteria per la già colpita economia e incrementerà i rischi di una recessione più grave. 

Se ci si pone in un punto di vista interno a quello economico, ciò ha perfettamente senso: durante l’epidemia la produzione cala, la maggior parte dei consumatori non guadagna, successivamente le aziende hanno bisogno assoluto di vendere per poter coprire il denaro perso nel periodo precedente, ma i consumatori non consumano per paura di spendere troppi soldi, ma così facendo le aziende non guadagnano e non riescono a pagare i dipendenti e così via. Ciò che fa riflettere si nota però quando ci si estranea da questo contesto: nella società in cui viviamo se l’economia va a picco e le persone non investono per paura di perdere i pochi soldi che rimangono (e sono pochi per via della crisi), allora l’economia stessa andrà sempre più a picco, semplicemente paradossale.

Questo post però non vuole porsi come una molto corta (e scritta male) critica verso la società, il suddetto post vuole far capire, in relazione ai recenti eventi che seguono la pandemia, l’importanza di applicare il concetto dell’economizzare in maniera corretta.

In contrapposizione al risparmio del piccolo consumatore, sono gli Stati che in questo momento stanno facendo la “buona economizzazione” spostando i soldi nei settori più significativi al momento, tagliando gli sprechi, aiutanto finanziariamente ai consumatori, tutto per cercare non solo di sconfiggere il problema del virus, ma anche le conseguenze che porta.

In ultima istanza, questo è un buon esempio di un pensiero più generale per cui se si vuole economizzare bene, bisogna possedere una molto buona visione d’insieme.

Step #10 - Sequenza cinematografica

Per questo post, dopo una lunga e meditata riflessione, ho pensato sarebbe stato interessante trattare la parola che si sta esplorando nel blog nella sua accezione, secondo me, negativa.

Volevo infatti citare il film "Wall Street" del 1987 diretto da Oliver Stone che penso si possa riassumere nel miglior modo possibile con queste parole trovate sulla pagina Wikipedia del film:
"Il film è uno spaccato del mondo della finanza negli anni ottanta, intriso di arrivismo, avidità e immoralità: il personaggio incarnato abilmente da Michael Douglas, basato sulla figura del multimiliardario Ivan Boesky, rappresenta l'archetipo del rampantismo degli anni ottanta, che idolatra il libero mercato e ne sfrutta le più evidenti incongruenze. Si tratta del tipico uomo fatto da sé che si è fatto largo in modo duro e spietato, il tipico squalo dell'alta finanza che vuol essere il migliore e decanta Sun-Tzu, autore del famoso trattato L'arte della guerra, come vademecum nella vita e negli affari. Il monologo sull'avidità pronunciato dallo stesso Gekko nel corso della pellicola esprime al meglio i connotati del personaggio e di una certa America, quella reganiana, che Stone mette impietosamente in mostra."

Ed è infatti la scena del monologo che voglio condividere. Essa infatti in primis non rovina la visione del film, nel caso non lo si sia ancora guardato, ed in secundis è una visione interessante del concetto che stiamo trattando.


martedì 28 aprile 2020

Step #09 - Arti figurative


La loggia con le famose cariatidi dell'Eretteo ateniese, posto sull'acropoli.

Costruita circa nel V secolo a.C., rappresenta molto bene il concetto dell'economizzare poiché l'idea di usare una statua come colonna non solo è un ovvio ma banale risparmio di materiale, è anche il tentativo di unire in una sola opera la scultura e l'architettura, riuscendo in maniera molto intelligente a sopperire sia alle esigenze strutturali che a quelle estetiche.

mercoledì 22 aprile 2020

Step #08 - Applicazione nella tecnologia antica

Nell'ambito dell'architettura il sistema trilitico rappresenta un'invenzione semplice ma fondamentale nella storia della tecnologia. Questa molto intuitiva idea per cui due elementi verticali sostengano un elemento orizzontale sopra di essi è sopravvissuta per millenni con i dovuti accorgimenti e miglioramenti, basti pensare al primitivo Stonehenge e ai più recenti ordini architettonici greci, per esempio, in cui gli elementi verticali sono diventati colonne e quello orizzontale l'architrave.

L'innovazione tecnologica che volevo trattare in questo post, correlata alla parola e al concetto che si vuole esplorare in questo blog e in contrapposizione al sistema trilitico, è l'arco a tutto sesto.

Esso è stato molto probabilmente il primo genere di arco costruito dall'uomo ed i primi esempi sono risalenti al 3000 a.C. presso i caldei, antico popolo mesopotamico. È stato in seguito adoperato dagli etruschi e, in minima parte, dai greci, per poi essere impiegato massivamente dai romani. La componente "economizzante" dell'arco a tutto sesto sta nel fatto che esso riesca a scaricare il peso in maniera più efficace senza dover utilizzare dei grossi monoliti come succede nel sistema trilitico, rendendo l'arco a tutto sesto di costruzione più economica. Nonostante all'inizio sia stato preferito dagli ingegneri e architetti romani per il costo minore, l'arco a tutto sesto per i suoi vantaggi, primo fra tutti quello di poter garantire una luce (spazio fra i due piedritti) più ampia rispetto all'uso dell'architrave, divento anche elemento estetico fonamentale in molti edifici e veniva utilizzato per marcarne il ritmo.

Molti sono gli esempi dell'utilizzo di questa tipologia di arco in architettura romana, come gli acquedotti, ma l'opera che in particolare mi piacerebbe citare è l'Anfiteatro Flavio per via del suo rapporto molto stretto con l'arco a tutto sesto. Infatti una struttura così alta, con le tecnologie dell'epoca, non poteva che essere realizzata su quelle famose tre file di archi che, con il loro peso esile rispetto per esempio al sistema trilitico, fanno in modo che l'edificio non crolli a causa del proprio peso.

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Le informazioni sul sistema trilitico, sull'arco ed in particolare sull'arco a tutto sesto sono state raccolte da Wikipedia.

domenica 19 aprile 2020

Step #07 - Testo poetico

La tecnologia, scaturita dall'ingegno di molti esseri umani che si sono succeduti, presenta un carattere molto interessante, quello del continuo auto-superamento, cioè un miglioramento continuo. Come già spiegato in post precedenti, questa caratteristica tanto importante della tecnologia è strettamente legata al concetto di economizzare, la parola che stiamo esplorando in questo blog, poiché un rispario intelligente, sfruttare il più possibile gli sforzi per ottenere il massimo risultato, implica indubbiamente un miglioramento dal punto di vista, per esempio, delle risorse utilizzate.
 
Un movimento come quello futurista che vuole celebrare la forza vitale e dirompente dell'uomo, dovrà quindi obbligatoriamente anche elogiare la tecnologia e l'ingegno che hanno reso l'uomo tanto potente. Nell'ambito della poesia Filippo Marinetti, il padre del movimento, sviluppa un "Manifesto tecnico della letteratura futurista" in cui esprime i concetti fondamentali per cui sarebbe stato possibile rivoluzionare la poesia. La questione interessante sta nel fatto che come l'ingegno umano migliora le sue creazioni tecnologiche, allo stesso modo egli vuole migliorare la poesia, quasi come se fosse un macchinario, aggiungengo e rimuovendo caratteristiche al fine di perseguire l'obiettivo. È quindi impossibile da non notare la presenza del nostro concetto in molte poesie.

Prima fra tutte, secondo me, la poesia che ho scelto: "Bombardamento", sempre di Marinetti, presa dal poemetto "Zang tumb tuuum" del 1914, che descrive il bombardamento bulgaro della città di Adrianopoli (1912).
In essa è possibile notare come nel testo si "risparmi" sulle normali convenzioni della poesia, presentando quindi un'opera senza aggettivi, senza avverbi, senza punteggiatura ed altre caratteristiche.

Chiuderei proprio citando i versi finali di questa poesia che seppur dai concetti e la morale discutibili, non può non meravigliare il lettore.


"[...]  Graaaaandi  fragori  non  cancellare  precisare  ritttttagliandoli  rumori  più  piccoli  minutisssssssimi  rottami   di  echi  nel  teatro  ampiezza  300 chilometri quadrati                             Fiumi  Maritza  Tungia sdraiati                             Mont   Ròdopi   ritti                             alture  palchi loggione  2000  shrapnels  sbracciarsi  esplodere  fazzoletti  bianchissimi  pieni d'oro   Tumtumb                            2000   granate  protese  strappare   con   schianti   capigliature  tenebre                            zang-tumb-zang-tuuum    tuuuumb   orchestra   dei  rumori  di  guerra  gonfiarsi  sotto  una  nota  di  silenzio                             tenuta   nell'alto    cielo                             pallone  sferico  dorato  sorvegliare  tiri  parco  aerostatico  Kaudi-Keuy".

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Informazioni attinte da conoscenze personali dalla quinta liceo ed un breve ripasso dal libro di testo "Il Piacere dei Testi volume 5" di Guido Baldi, Pearson editore.

mercoledì 15 aprile 2020

Step #06 - Testo di Letteratura narrativa

Se c'è un personaggio nella letteratura che adopera il concetto di economizzare in maniera estrema è Mazzarò, ideato da Giuseppe Verga che ne scrive la storia nella novella "La roba" nel 1880, poi raccolta nelle "Novelle Rusticane" nel 1883.

Mazzarò, colui "che è fatto per la roba", è un ricchissimo borghese siciliano creatosi con le sue mani e che nella novella si racconta di come egli sia riuscito a possedere tanti terreni che sembrava che egli fosse disteso sulla terra e gli si camminasse sulla pancia.
Tutta questa ricchezza deriva da una politica di risparmio totale, egli spendeva i suoi denari solo per poterne accumulare di più in modo tale da poter comprare nuovi terreni e ricominciare il ciclo di investimenti.

Dal modo in cui è raccontata la novella si capisce l'intento dell'autore di criticare questo tipo di personalità borghese molto avara, ma un lettore può anche identificare in quel personaggio una perfetto esempio di applicazione del concetto di economizzare senza un ragionamento, senza una filosofia di vita soddisfacente. Egli infatti, certamente riesce ad sfruttare ogni ostacolo a proprio vantaggio, ad aumentare i ricavi di fronte ad una spesa minore o uguale e tutte le altre caratteristiche dell' "economizzare", ma finisce a vivere una vita di continua delusione, in cui si accumula denaro solo per accumularne ancora di più e così via, senza alcuna soddisfazione.

In maniera più generale quindi, l'applicazione di un concetto secondo me dovrebbe essere sempre seguito da un ragionamento ponderato non solo in termini "materialistici" (ovviamente economizzare è sempre positivo da quel punto di vista) ma anche più "filosofico-esistenziali".

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Informazioni sulla novella attinte da conoscenze personali dalla quinta liceo.

Step #05 - Messaggio pubblicitario

In una società come la nostra in cui siamo soggetti ogni giorno a messaggi pubblicitari di ogni tipo, la parola economizzare, cioè risparmiare, si sente molto spesso. È infatti una parola che rassicura il potenziale consumatore e lo invoglia a spendere più in sicurezza, che equivale a spendere.



Può essere usata in pubblicità riguardanti importanti decisioni come a quale banca affidare i propri soldi.

Come si può notare dall'immagine accanto, la banca in questione afferma di essere solida e conveniente, cioè proprio cioò che vorrebbe un consumatore tipo. Consumatore che però non sembra poter avere il tempo di domandarsi "Come fa ad essere allo stesso tempo economica ed affidabile?".

Non è compito della pubblicità rispondere a tale domanda.












Allo stesso modo anche pubblicità per spese più contenute adoperano quella parola per instaurare un senso di sicurezza nei possibili nuovi consumatori affezionabili, come mostrato da questo spot su YouTube di una nota catena di supermercati.

Lo slogan in questo caso è "Risparmiare per non rinunciare", che a prima vista può sembrare un concetto nobile e lo sarebbe se nella pubblicità spiegassero come sia possibile abbassare il costo di un prodotto senza ripercussioni sulla qualità, ma ciò purtroppo non accade.


Come al solito bisogna sempre ricordarsi che l'unico scopo di una pubblicità  è quello di far vendere e che quindi è bene lasciare a slogan miracolosi il tempo che trovano.

Step #04 - Mitologia

Divinità italica dell'abbondanza e degli approvigionamenti fu Annona, dea venerata soprattutto in epoca romana il cui nome rimarca la cadenza annuale degli antichi riti propiziatori legati all'agricoltura.

 Sul retro di un sesterzio Annona regge una cornucopia di fronte a Cerere


Figura importante nell'ambito delle "divinità delle risorse", e motivo per cui ho scelto di scriverne all'interno del blog, è la correlazione con il concetto di "annona", cioè la politica di un paese nella gestione delle derrate alimentari. In particolare al tempo degli antichi romani i magazzini pubblici per il frumento venivano consacrati alla dea, da qui quindi l'origine del nome. La gestione delle scorte di cereali, infatti, è stata una questione centrale per buona parte della storia dello stato romano e non tanto le consacrazioni alla dea quanto il lavoro millenario di moltissimi funzionari ha reso l'antica città di Roma la capitale imperiale che è stata.

Oltre a dover garantire un costante flusso di frumento dalle zone più fertili dell'impero (Sicilia, Egitto), i servizi statali romani dovevano tener conto anche dell'insorgenza di eventuali carestie nella gestione delle risorse, sottolineando di nuovo l'importanza del culto della dea Annona poiché, ancora prima delle leggi scritte, la sua figura sacra nell'ambito della partizione del raccolto per le semine successive e, soprattutto, l'accumulazione nei granai di riserve per le carestie obbligava i contadini all'adempimento di questi compiti importantissimi per la buona salute dello stato.

È facile pensare che i grandi Stati si siano formati attraverso eserciti potenti e vittoriose battaglie, ma uno sguardo più critico può osservare che è l'economia, la gestione delle risorse, che "tiene in piedi" un impero: i cittadini devono mangiare e, con città popolose come quella di Roma, una buona politica è fondamentale per evitare la capitolazione.

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Informazioni prese dalle seguenti pagine Wikipedia:

giovedì 2 aprile 2020

Step #02 - Storia sulla parola

Quello dell'economizzare può sembrare un concetto antico, ma riflettendoci, è invece abbastanza recente in termini di storia della nostra specie, tanto recente che è impressionante pensare che solo in qualche migliaio di anni esso sia riuscito e contini a stravolgere in modo così radicale ogni cultura umana che lo mette in pratica.

Certo, il termine italiano, come già osservato in post precedenti, deriva dalla cultura greca e successivamente latina, però il concetto che rappresenta, presente innanzitutto nelle popolazioni dell'antico Medio Oriente che lo hanno "applicato" per prime, non lo si può circoscrivere a mero prodotto di una certa civiltà, ma al contrario va considerato prodotto della natura umana stessa e quindi matrice di civiltà.

Ma perché tanta importanza ad una parola che sembra innocua? Alla fine uno dei sinonimi di "economizzare" è "risparmiare", una parola quasi umile cui non si addicono tutti questi pregi.
Partendo dai significati trovati in precedenza, cioè riuscire a raggiungere un obiettivo con il minimo dispendio di forze o, allo stesso modo, massimizzare i "profitti" di ogni azione, si può notare come l'essere umano abbia messo in pratica questo concetto in maniera massiva. Un cambiamento radicale nello stile di vita umano poiché, detto in maniera molto pragmatica, per la prima volta alcuni esseri umani hanno smesso di ragionare in termini di "Come posso raggiungere le risorse che garantiscono la mia sopravvivenza?" e hanno cominciato a pensare "Come posso fare in modo che le risorse mi raggiungano?". Se non si classifica un cambiamento del genere come radicale, allora la parola cadrebbe in disuso.

Ovviamente questo cambiamento drastico non ha condizionato allo stesso modo tutte le culture (basti pensare alle tante popolazioni nomadi nel corso della storia), ma è interessante notare il fatto che esso, oltre ad essersi tramandato di civiltà in civiltà, sia anche nato spontaneamente in luoghi e periodi diversi a testimonianza del fatto che esiste un qualche meccanismo di automiglioramento nella logica della mente della nostra specie.

In poche parole il concetto dell'economizzare che, ripetiamo, rappresenterebbe l'istinto di voler compiere un certo sforzo con il minimo delle energie possibili, ha trasformato negli anni le differenti culture umane portandole, in maniera diretta o indiretta, ad essere ciò che sono oggi attraverso una sua direttamente figlia disciplina: la tecnologia.

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Per ottenere un riscontro delle argomentazioni trattate in questo breve articolo si può consultare un qualsiasi libro di storia o enciclopedia.
Nel caso si volesse avere una visione (molto) più generale, leggere questa pagina Wikipedia.